I 5 falsi miti della previdenza: “Voglio essere libero di risparmiare”
Quando si parla di previdenza, in Italia, spesso vengono alla luce pregiudizi, miti e credenze. Abbiamo deciso di prendere i 5 falsi miti più in voga tra gli italiani e di sfatarli uno ad uno. Utilizzando ricerche, sondaggi, proiezioni e statistiche cercheremo di fare chiarezza in un settore di cui si parla tanto ma che si conosce poco. (leggi qui il primo mito sfatato, qui il secondo e qui il terzo)
Oggi sfatiamo il mito di chi, affermando “Voglio essere libero di risparmiare”non si rivolge alla previdenza complementare, considerandola troppo vincolante.
In effetti, la previdenza complementare, essendo un investimento a lungo termine può sembrare immutabile, fisso, poco conciliabile con variazioni o aggiustamenti.
In realtà, i fondi pensione offrono molteplici possibilità di correzioni e adattamenti, rendendolo un prodotto finanziario flessibile e modificabile sulla base delle esigenze peculiari di ognuno di noi.
Ecco tutte le caratteristiche che li rendono tali:
Si versa come, quando e quanto si vuole
I fondi pensione non prevedono una versamento minimo o fisso. Si è liberi di scegliere le modalità di versamento che più si adattano alle propri necessità.
In particolare si può scegliere:
– La periodicità :
- ricorrente mensile, bimestrale, trimestrale, etc… fino ad annuale;
- quando si vuole con versamenti singoli;
- si possono interrompere i versamenti per un periodo per poi riprenderli in seguito;
– Le modalità:
- tramite attivazione di RID bancario, sempre modificabile o interrompibile;
- via bonifico bancario;
– L’entità:
- si può versare quanto si preferisce, non ci sono minimi o massimi;
E’ inoltre utile sapere che:
– I contributi versati fino a 5.164 euro sono deducibili
Anche l’eventuale contributo del datore di lavoro è deducibile dall’ Irpef mentre il TFR non concorre alla formazione dell’importo deducibile. La deduzione massima comporta un risparmio fiscale che oscilla tra € 1.187 e i 2.220 (col versamento annuo di 5.164€);
– agevolazione particolarmente interessante per i giovani lavoratori (assunti dopo il 1 gennaio 2007), dal 6° al 25° anno di permanenza nel fondo esiste la possibilità di dedurre fino al 50% in più della deducibilità di cui non si è usufruito nei primi 5 anni lavorativi (con un limite a 7.746,86 euro annui);
– Anche I contributi versati sul fondo dei familiari fiscalmente a carico sono deducibili fino a 5.164 euro;
Si può investire in linee diverse e modificare periodicamente
Tutti i fondi pensione hanno diverse linee di investimento: dalla garantita alla più aggressiva. Si può scegliere quella che si adatta meglio alle proprie esigenze e, periodicamente, si può modificare la scelta (fare uno switch)
– Quando si è giovani vien consigliato di stare su linee più aggressive, spostandosi man mano verso linee più obbligazionarie o garantite con l’avvicinarsi della pensione. In questo modo si cerca di rivalutare al meglio il capitale investito, mettendolo al riparo quando ci si avvicina all’età del pensionamento.
– Esiste la possibilità di effettuare lo switch di linea d’investimento. Ogni fondo regola con criteri diversi le modalità per effettuarlo ma , da normativa, non si può effettuare più di una volta ogni 12 mesi.
– Ci sono prodotti di previdenza che prevedono un meccanismo di riallocazione automatica chiamato Life Cycle: ;
Cliccando qui puoi confrontare le diverse linee d’investimento dei fondi pensioni italiani, in modo da renderti conto di quali sono le più competitive.
Si possono chiedere anticipazioni e riscatti
I soldi accumulati sul fondo pensione posso essere utilizzati anche prima del pensionamento, ma occorre sottolineare che dal punto di vista della tassazione è più conveniente evitarlo. Infatti, il patrimonio accumulato, se richiesto come prestazione pensionistica viene tassato da un massimo di 15% ad un minimo di 9%, (diminuisce dello 0,30% per ogni anno successivo al 15°) mentre chi opta per anticipazioni o riscatti può essere tassato anche fino al 23%.
Si può quindi richiedere un anticipo del 75% per gravi motivi sanitari o, decorsi 8 anni, del 30% per motivi generali e del 75% per acquisto/ristrutturazione della prima casa. Inoltre, esiste la possibilità di ottenere il riscatto totale o parziale per perdita dei requisiti di partecipazione (es. cessazione attività lavorativa superiore ai 48 mesi).
Per conoscere nel dettaglio la legislazione covip.it/wp-content/uploads/A-016-Decreto-2526.pdf">clicca qui
Si può trasferire il fondo
L’aderente a una forma pensionistica complementare ha il diritto di trasferire l’intera posizione individuale maturata ad un’altra forma pensionistica complementare cui abbia già aderito.
Le modalità sono regolate dalla legge ma in generale possiamo ricordare che si può trasferire per qualsiasi motivo dopo 2 anni di permanenza e in qualsiasi momento, anche prima del periodo minimo di permanenza, in casi specifici tra i quali la perdita dei requisiti di partecipazione.
Per conoscere nel dettaglio la normativa clicca qui
In conclusione, chi vuole essere libero di risparmiare, nel lungo periodo, può senza timore considerare la previdenza complementare che, proprio come un vestito su misura, si adatta alle esigenze di ogni aderente.
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