
Pensioni d’oro: ecco i numeri inediti dell’INPS
Il blocco della perequazioni delle pensioni, cioè lo stop dell’adeguamento automatico delle pensioni all’inflazione, negli ultimi anni ha toccato anche le fasce di pensionati con una pensione leggera, scatenando numerose polemiche e dibattiti. A riguardo, uno dei temi più caldi sul quale si registrano frequenti dichiarazioni da parte delle forze politiche è la riduzione delle pensioni “d’oro” con l’obiettivo di ridistribuire risorse in favore di quelle più basse. Ma sui numeri la confusione regna sovrana.
Recentemente però, l’INPS ha messo a disposizione una tabella che, attraverso l’oggettività dei dati, disegna l’identikit delle pensioni degli italiani e fa chiarezza sui numeri reali con i quali il legislatore deve confrontarsi.
Scopriamo così che il numero dei super-pensionati d’oro è decisamente modesto: praticamente rappresentano solo lo 0,04%, sono infatti 291 i pensionati che ricevono più di 24 mila euro al mese, per una spesa totale di 291 milioni su un totale di 270 miliardi. 540 quelli che la ricevono di più di 20 mila euro al mese.
Ma se ipotizzassimo di considerare d’oro le pensioni sopra i 4.810,01 euro mensili la platea delle persone interessate non arriverebbe a 190 mila, con una spesa totale di circa 15 miliardi, il 5,6% degli oltre 270 miliardi di spesa sostenta nel 2012 per le pensioni.
Nell’ipotizzare un intervento con finalità redistributive su queste pensioni è fondamentale quindi avere ben chiara la loro entità e il loro impatto sulla spesa complessiva, onde evitare di realizzare misure poco efficaci.
Il grosso dei pensionati riceve assegni fino a tre volte il minimo e cioè fino a 1.443 euro al mese. Sono in totale più di 11 milioni e costano all’erario più di 114 miliardi di euro
Nella fascia successiva, tra le 3 e le 5 volte il minimo, cioè tra 1.443,01 e 2.405 euro mensili si collocano quasi 4 milioni di pensionati per una spesa di 90 miliardi di euro.
Queste due categorie, se messe insieme, rappresentano da sole il 76% della spesa pensionistica complessiva.
Questa è la situazione che l’INPS ha comunicato al Ministero del Lavoro, dove stanno ipotizzando vari interventi volti ad aumentare le pensioni più basse intervenendo su quelle più ricche.
Una prima opzione è quella di rendere strutturale il blocco della perequazione delle pensioni più alte che potrebbe produrre effetti rilevanti nel medio-lungo periodo.
Una seconda strada è la creazione di un fondo comune per l’equità previdenziale finanziato in parte dai soldi delle pensioni più elevate e dedicato ad integrare quelle più basse.
Infine, i tecnici del Ministero stanno studiando la possibilità di ridurre le pensioni più sostanziose di una percentuale calcolata in base alla differenze tra quanto avrebbero percepito con un sistema interamente contributivo e quanto percepiscono grazie al sistema retributivo.
Nella tabella troviamo il numero di pensionati e l’importo complessivo lordo annuo del reddito pensionistico per classi di reddito mensile, relativamente al 2012:
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